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TRUFFE INFORMATICHE: PHISHING, SMISHING E VISHING 

Il Coordinamento costituito da Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”, la Confconsumatori Brindisi, Osservatorio LIDU sui fenomeni di usura, estorsione e sovraindebitamento e l’ACU Calabria è attualmente impegnato a fronteggiare un fenomeno in continuo e preoccupante aumento: le truffe informatiche.

Purtroppo ogni giorno, pervengono agli Sportelli del Coordinamento, presenti sul territorio nazionale, denunzie da parte di consumatori rimasti vittima di tali tipo di truffe e, quindi, di avere perso il proprio denaro presente su carte di credito o conto corrente.

“Complice la pandemia abbiamo assistito ad una repentina trasformazione del consumatore da consumatore on store a consumatore on line – afferma Irene Zapparata volontaria dell’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” che si occupa di tale tematica – Purtroppo a questa evoluzione non ha fatto seguito una adeguata evoluzione normativa del contraente debole ed al contrario si è registrata una sensibile modifica delle truffe on line le quali si sono affinate di giorno in giorno e sono divenute sempre più insidiose per il consumatore”.

Alle sedi del Coordinamento Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”, come si è detto, negli ultimi mesi sono pervenute numerose segnalazioni di frodi on line  e di impossessamento illecito da parte di terzi di dati personali.

Dal Coordinamento, infatti, fanno sapere che i casi maggiormente segnalati riguardano i seguenti fenomeni:

1)phishing: tentativo di appropriarsi dei dati personali, bancari o postali, di un utente al fine di poter appropriarsi o utilizzare il denaro dello stesso attraverso il conto corrente o la carta di credito.

Il phishing si perpetua attraverso una mail che perviene al consumatore, la quale all’apparenza sembra essere stata inviata da un Istituto di credito con la quale si richiede l’inserimento dei dati del cliente.

2)smishing è la variante del phishing effettuata tramite sms sul cellullare sempre con la richiesta dei dati;

3)vishing, infine, è una frode che si perpetua telefonicamente e negli ultimi mesi, sembra essere alquanto gettonata.

In tutti e tre i casi, coloro che pongono in essere questo sistema fraudolento cercano di carpire i dati personali per l’ accesso e l’utilizzo della carta di credito o del conto corrente del mal capitato ed una volta in possesso degli stessi effettuano transazioni, prelievi o pagamenti non autorizzati.

Cosa può fare in questi casi il consumatore?

Dal Coordinamento Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” fanno sapere che la prima forma di tutela del cittadino è l’informazione.

“Siamo impegnati, come volontari dell’Associazione, in una campagna di sensibilizzazione e di informazione dei cittadini su queste problematiche” afferma Irene Zapparata “affinché le stesse possano essere riconosciute in tempo ed evitate.

È bene sempre ricordare che le Banche, le società di gestione delle carte di credito, e società delle quali si è clienti non chiedono mai via mail, sms o telefonate i propri dati personali o di effettuare pagamenti pilotati.

Qualora, pertanto, si dovesse essere destinatari di tali richieste non si deve dare alcun seguito ad esse e non si deve mai fornire alcun dato”.

Qualora, il consumatore dovesse, però, essere vittima di tali forme di truffa dal Coordinamento fanno sapere che “Innanzitutto, è necessario – afferma l’avv. Emilio Graziuso, Responsabile Nazionale del Coordinamento “Dalla Parte del Consumatore” – contattare il proprio Istituto di credito o la società che ha emesso e gestisce la carta di credito, disconoscere le operazioni fraudolente e bloccare il conto corrente o la carta di credito, in modo tale che i propri dati non possano essere nuovamente utilizzati.

L’utente dovrà, poi, sporgere denunzia presso la Polizia Postale in merito all’accaduto e dovrà inoltrare alla propria Banca o alla società di gestione della carta di credito una diffida con la richiesta di rimborso delle somme delle quali è stato fraudolentemente privato. A tale diffida deve essere allegata la denunzia presentata alla Polizia Postale.

Qualora il destinatario della diffida dovesse declinare ogni responsabilità e rifiutarsi di rimborsare le somme richieste, allora il passaggio successivo sarà quello di promuovere, ove ne ricorrano gli estremi, una azione giudiziale, la quale dovrà essere preceduta dal tentativo obbligatorio di mediazione finalizzata alla conciliazione oppure dalla procedura dinnanzi all’Arbitro Bancario Finanziario.

Quest’ultimo si è più volte, di recente, espresso in favore del consumatore affermando che grava sulla Banca o sulla società di gestione della carta di credito dimostrare di avere adottato un sistema adeguatamente protetto di autenticazione con conseguente declaratoria della sussistenza di colpa grave in capo al professionista qualificato e conseguente diritto al rimborso/risarcimento del danno a favore del consumatore”.

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