Il Tribunale di Brindisi ha segnato una svolta epocale nell’annoso contenzioso riguardante la vendita delle azioni Veneto Banca.
Il Tribunale pugliese, infatti, nella persona del Giudice dott.ssa Roberta Marra, ha emanato nei mesi scorsi quella che, a quanto consta, costituisce la prima sentenza in Italia con la quale non solo è stata dichiarata la risoluzione dei contratti di acquisto dei titoli Veneto Banca ma l’Istituto di credito che ha venduto detti titoli, nella fattispecie Banca Apulia (successivamente incorporata per fusione ad Intesa San Paolo s.p.a.) è stata condannataal risarcimento del danno in favore del risparmiatore di € 81.649,75, oltre interessi.
“Si tratta di una sentenza storica, destinata a fare giurisprudenza, la quale costituisce un precedente fondamentale per tutto il popolo dei risparmiatori coinvolti nella vicenda Veneto Banca. Abbiamo, infatti, ottenuto il riconoscimento integrale della nostra linea difensiva” afferma l’avv. Emilio Graziuso, Responsabile del Coordinamento Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”, il quale ha difeso nel processo civile il risparmiatore.
In virtù della sentenza, sebbene la stessa sia stata impugnata da Banca Intesa San Paolo, sono state restituite al risparmiatore le somme dallo stesso investite, oltre interessi.
Ma procediamo con ordine.
Nel periodo compreso tra il 10 giugno 2010 ed il 30 giugno 2013, il consumatore aveva acquistato presso l’allora Banca Apulia, della quale era cliente, azioni della Veneto Banca prospettati, a quanto sostenuto in giudizio dal risparmiatore, come titoli sicuri e senza rischio alcuno per il capitale.
Solo successivamente, a seguito delle note vicende di cronaca che hanno coinvolto la Veneto Banca, il risparmiatore si è reso conto della natura, dei rischi e della pericolosità dell’investimento posto in essere e che, pertanto, il valore delle azioni in suo possesso era pressoché azzerato.
Vani sono stati i tentativi di addivenire ad un componimento bonario della controversia e nel 2017, il risparmiatore, assistito dall’avv. Emilio Graziuso ha promosso il processo conclusosi vittoriosamente.
Il Tribunale di Brindisi ha riconosciuto la violazione da parte della Banca intermediaria della normativa di settore ed in particolare degli obblighi di informazione sulla stessa gravanti con conseguente diritto al risarcimento del danno di € 81.649,75, oltre interessi, per responsabilità da contatto sociale.
“Il riconoscimento per la prima volta, a quanto consta, in sede giudiziale della violazione degli obblighi informativi e della responsabilità della Banca per la vendita delle azioni Veneto Banca con conseguente diritto al risparmiatore al risarcimento integrale del danno patito è motivo di grande soddisfazione ed entusiasmo per la nostra Associazione. Siamo impegnati, infatti, da quasi venti anni nella tutela dei risparmiatori coinvolti nelle tristi vicende di risparmio tradito dallo scandalo della allora Banca 121 alla vendita di titoli Parmalat, Cirio, Cerruti, Argentina, Giacomelli, ed ora nelle controversie riguardanti i risparmiatori della Veneto Banca e della Banca Popolare di Bari. La nostra speranza è che le ormai numerosissime vittorie ottenute in materia a livello giudiziale, sull’intero territorio nazionale, portino ad una riforma della normativa di settore che ponga al centro la tutela effettiva del risparmiatore affinché vicende economiche, come quelle in esame, non si trasformino in veri e propri drammi familiari e personali” continua l’avv. Emilio Graziuso.
Nel solco tracciato dalla sentenza emessadal Tribunale di Brindisi si è espresso anche l’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF).
Basti pensare alla circostanza che nelle ultime settimane il Coordinamento Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” ha ottenuto sette decisioni con le quali è stato riconosciuto il diritto dei risparmiatori ad ottenere il risarcimento del danno da Intesa San Paolo, quale incorporante per fusione Banca Apulia s.p.a., per la vendita dei titoli Veneto Banca.
“Anche prima della sentenza del Tribunale di Brindisi avevamo ottenuto numerosissimi vittorie dinnanzi all’ACF – conclude l’avv. Emilio Graziuso – Quelle successive alla pronunzia giudiziale, però, assumono un peso specifico diverso in quanto l’Arbitro non è più una voce nel deserto ma le posizioni da esso assunte sono maggiormente avvalorate dalla giurisprudenza che ha accolto integralmente la nostra linea difensiva”